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Bolognese Level Tech 6706 PF 6 metri

Bolognese Level Tech 6706 PF 6 metri
10
Feb

È arrivata ieri insieme a tanti altri bellissimi giocatoli a marchio Tubertini, finalmente possiamo iniziare la collaborazione seriemente. Prima di ogni cosa foto all’attrezzo e ai particolari, poi un occhio al meteo.it
Domani forse si può fare. Qui dal lato di Forio ci sarà libeccio abbastanza teso ma a est, sulle banchine di Ischia il vento dovrebbe essere assente o quasi solo che in pomeriggio sono previste piogge di forte intensità.


L’acme di marea è intorno alle 14 per cui a mezzogiorno, con cornetto ischitano (delizioso) acqua minerale e caffè sono sulla riva destra, il lato dove la locale guardia costiera è estremamente tollerante.
Preparo il tutto montando un eccellente mulinello con in bobina filo dello 0,16, spallinatura lunga circa un metro e mezzo formata da circa 35 pallini del numero 10 sotto la quale monto un finale dello 0,125 sempre della Tubertini e un amo serie 511 (davvero tosto!) del numero 18. L’esca unica è il bigattino. Pesco grosso? Ero un assiduo utilizzatore di fili dello 0,10 in diurna e dello 0,11 in notturna ma qui sull’isola la mia arroganza da circa della pesca è stata punita clamorosamente. La spallinatura parte con pallini strettissimi in alto per poi allargarsi man mano verso il basso, non specifica da spigola ma diciamo un po’ generica.
Nelle precedenti battute nello stesso luogo, fondale tra i 4 e i 4 metri e 30 a secondo del punto di marea, i pesci che hanno onorato il mio pasto sono stati saraghi, cefali, occhiate, una bellissima mormora, delle salpe abbastanza grosse e poi 3 o 4 ignoti figli di n.n. che hanno devastato finali, ami e tutto quanto potevano. Una era sicuramente una di quelle occhiate prossime al chilo che qui non mancano, l’altro più grosso era sicuramente un’orata per la cocciutaggine con la quale non intendeva staccarsi dal fondo.
Anche un ulteriore problema si è verificato nelle due battute precedenti: il galleggiante affondava, il pesce partiva ma dopo un po’ si slamava. Se continua così dovrò montare una bolo con cima riportata perché ho l’impressione che quelle usate difettino un po’ di prontezza di ferrata.
Un po’ di pasturazione preventiva tra le due barche ancorate a circa dieci metri di distanza di bigattino sciolto, poi un solo bigattino innescato in orizzontale, anzi dire innescato è esagerato, meglio dire appena punto sottopelle.
Non è ortodosso? Va bene solo per la spigola? Forse per voi ma io ci prendo di tutto.
Poggio la leggerissima Level Tech nel reggi canna del panchetto ma appena appena appoggiata in modo che per ferrare non sorgano complicazioni. Sono al terzo lancio di bigattino e il galleggiante da un grammo e mezzo affonda. Ferro prontamente e la frizione ben tarata inizia a fare il proprio dovere. Ecco ora mi molla! Prova a infilarsi sotto la chiglia di sinistra ma lo governo bene. Devo farlo stancare perché al momento sono solo e guadinare un pesce di taglia ancora troppo arzillo può essere problematico.
No non si slama! Ormai lo manovro con grande padronanza e la canna leggera e ben manovrabile mi aiuta non poco. Arriva al guadino un bellissimo sarago testa nera al limite della taglia massima.
Continuo on entusiasmo, mi piace questa canna e non solo perché sono un nuovo collaboratore, mi piace proprio. Arriva un bel cefalo appena sotto il chilo e la storia edificante si ripete.
Arrivano ospiti! Sono due amici, uno abbastanza esperto l’altro proprio alle prime armi. Devo dedicarmi a uno dei due per montate quanto è necessario. Decidono l’invasione di quei miseri dieci metri per cui addio passata. Poi peggio ancora iniziano a pasturare con del fondo mare che a personale opinione creerà solo confusione. Ormai la pescata vera è finita. Pesco per onor di compagnia ma una fulminante partenza del galleggiante, finita con rottura del filo, mi lascia pensare più a una grossa salpa che a un’occhiata. Poi è proprio il neofita a portare in secco una bella salpa. Ragazzi la prossima volta si va in clandestinità.
La canna? Proprio una delizia, pronta e leggera come desideravo.

Mimmo Marfè