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Il modiale irlandese di Manuel Marchese

Il modiale irlandese di Manuel Marchese
02
Ago

Il Mondiale di Feeder è ormai alle spalle da alcuni giorni, i nostri Azzurri sono tornati a casa ed hanno potuto "digerire" i giorni di prove e di gare disputati in Irlanda. Con Manuel Marchese, leader della Lenza Emiliana Tubertini e da sempre componente della Selezione italiana nelle rassegne iridate di specialità, ho voluto ripercorrere "a mente fredda" i giorni della trasferta nella verde, ed umida!, Irlanda.


Innanzi tutto, Manuel, com'era l'ambiente pre mondiale, l'organizzazione, la logisitica?
"Quest'anno, con la squadra che avrebbe pescato in Irlanda, abbiamo preparato il Mondiale con molte meno elucubrazioni mentali di quanto non possa essere accaduto in altre occasioni, poiché il C.T. Molinari ed il Vice Forni erano stati in Irlanda poche settimane prima del Mondiale, per una ricognizione in occasione di una competizione a cui hanno partecipato i migliori agonisti inglesi, irlandesi, olandesi ecc. I quest'occasione hanno realizzato dei video dai quali si potevano rilevare elementi come le pasture e le esche utilizzate, oltre che la tipologia di attrezzi da portare al seguito. Noi abbiamo consegnato la nostra attrezzatura il 9 luglio a Bologna, dove Stefano Linati e Angelo Pizzi si sono assunti l'onere di caricare e portare il tutto, in furgone, fino a Cork. Noi siamo partiti in aereo due giorni dopo, da Pisa."


Come sono andate le prove?
"Come sapete le prove ufficiali sono iniziate lunedì 14. Noi abbiamo iniziato nel tratto denominato 'Garden Center', nell'ultimo box disponibile, il 25. Questa zona, in realtà, consta di un canale staccato dal resto del campo gara, il lago di Inniscarra, con caratteristiche di fondale, profondità e pescosità assolutamente differenti dalle altre 4 zone dislocate sul lago.
A dire il vero, il sabato precedente lo abbiamo trascorso cercando alcuni posti in cui pescare, fuori campo gara, ma erano tutti occupati da altre Nazionali. Domenica mattina, quindi, levataccia per cercare un posto in cui pescare, prima che tutti fossero nuovamente occupati. Nonostante tutto siamo stati preceduti dai portoghesi, comunque abbiamo trovato delle posizioni accettabili ed abbiamo iniziato a prendere confidenza con i pesci irlandesi. Tornando alle prove ufficiali, il nostro esordio é stato sicuramente clamoroso, con una pescata di breme memorabile, grazie ad oltre 140 abramidi di bella taglia portate a guadino nel complesso da tutti noi sei. Uno degli aspetti più curiosi, é che per tutto il resto della settimana non abbiamo avuto più notizie di catture di breme in tutto il tratto!
Nei restanti giorni della settimana abbiamo pescato nel lago vero e proprio, rispettivamente nei box 3, 10, 13, 18. In queste occasioni ci siamo resi conto di cosa significasse pescare gardon in lago, in questo lago, che ha un fondale con un dislivello pazzesco e il cui profilo varia anche in maniera importante da picchetto a picchetto. basti pensare che la profondità varia dagli 8 ai 12 metri alla distanza di più o meno 20 metri da riva. Anche solo usando l'immaginazione si può intuire come il pescare a queste profondità condizioni molto l'approccio alla competizione, perché occorrono pasture dalla meccanica particolare, in grado di arrivare bene sul fondo senza disperdere troppo, vette in grado di restituire con la maggior fedeltà possibile le tocche molto particolari dei gardon, grande concentrazione sulla vetta per accumulare confidenza con le mangiate dei gardon a quelle profondità, una precisione estrema nel capire dove pasturare e pescare, perché il fondo è irregolare e, in alcuni picchetti, molto ricco di ostacoli."

Qual'era la tipologia di pesci da insidiare e con quali montature?
"La specie prevalentemente catturata è stata il gardon, con soggetti di 60/70 grammi di media e punte da 150.; skimmer da 250/400 grammi, meno frequenti e poi ibridi di 100/200 grammi e breme da 300 ad 800 grammi, con qualche raro esemplare over 1.000.
Le lenze che ci hanno convinto maggiormente sono state le running rig, classiche, abbinate a dei cage per insidiare i gardon ed a degli oper end per le breme. Come ami abbiamo usato dei modelli a gambo lungo e filo medio, a curvatura larga, nelle misure dal 10 al 14. I terminali li avevamo realizzati con fili da 0.12 mm fino a 0.15. Per i mulinelli abbiamo scelto del tracciato da 0.08/0.10 mm. sul quale abbiamo legato uno shock leader da 0.22 mm di diametro. Le linee di pesca, per forza di cose, erano a breve raggio, visto il digradare veloce del fondale ed io avevo impostato la mia pescata a 18 e 24 mt. da riva."

Hai trovato qualche analogia tra il lago di Inniscarra e qualche campo di gara italiani?
"Personalmente no, non ricordo di aver frequentato nessun lago, in Italia, che possa ricordare quello che abbiamo trovato in Irlanda, come tipologia di fondale e di popolazione ittica."

Le vostre/tue aspettative venerdì sera, prima delle due gare?
"Nonostante le grosse difficoltà ad inquadrare una pesca per noi così inconsueta, dopo i cinque giorni di prove eravamo discretamente ottimisti, poiché, a parte i marziani inglesi, buona parte delle altre Nazionali potevamo considerarle alla nostra portata e noi ci sentivamo abbastanza in pesca per ben sperare. E poi si sperava, com'é logico, anche in un buon sorteggio, sempre indispensabile per ben figurare, che ci portasse sulle posizioni più frequentate da gardon e skimmer da pescare corti."

Dopo la prima gara avete modificato qualcosa del vostro approccio per la domenica?
"Alla luce del 5° posto ottenuto sabato, con 41 penalità, la domenica abbiamo deciso di provare ad attaccare, non subito ma durante la gara stessa. Abbiamo puntato alla cattura di qualche breme grossa che potesse farci fare il salto di qualità, perché la terza piazza era alla nostra portata, con qualche bel pesce in nassa; purtroppo nessuno di noi ha avuto questa fortuna e così, invece di scalare fino alla terz aposizione ne abbiamo perso un paio, a vantaggio della Spagna e della Rep. Ceca. Ci supera, purtroppo, anche la Francia, che realizza le nostre stesse penalità ma ci batte per i piazzamenti..."

Oggi, a mente fredda, come inquadri il vostro Mondiale? Ritieni che qualcosa di meglio potevate farlo?
"Non mi sento di dire che abbiamo sbagliato qualcosa di particolare, noi tutti abbiamo dato il meglio delle nostre capacità ed il massimo dell'impegno. Onestamente credo che siamo arrivati dove ci ha portato il nostro valore di questo momento, perché non dobbiamo dimenticare che questo è stato il 4° Mondiale della specialità, che nel nostro Paese, a livello agonistico, é appena più vecchia. Siamo quindi in piena fase di apprendistato rispetto a tante nazioni che questa disciplina la praticano da sempre o comunque da molti più anni di noi."


La domanda che è sulla bocca di tutti: questi inglesi sono veramente dei mostri sacri? Cosa ci manca rispetto a loro?
"Mostri sacri, marziani, extraterrestri... chi più ne ha più ne metta! Loro sono dei professionisti che per possibilità, mentalità, caratteristiche dei loro ambienti pescano a feeder 365 giorni l'anno. Noi ne dobbiamo mangiare ancora di polenta...!

Un commento sul 'tuo' Mondiale...
"Mi spiace molto per i 15 punti della gara di domenica, venuti perché abbiamo deciso di abbandonare la pesca ai gardon e tentare la carta delle breme. Con senno di poi, credo di poter dire che, nonostante le tante difficoltà riscontrate nella pesca dei pesci piccoli, probabilmente potevo risparmiare 5/6 penalità alla squadra. Comunque resto dell'idea che sia stato giusto provarci, perché se la sorte mi avesse aiutato con qualche pesce di taglia, forse ora saremmo qui a parlare di un terzo posto, assolutamente alla nostra portata. Non dobbiamo dimenticare che dal 5° di sabato ad un eventuale 3° ci sarebbe stata molta differenza, mentre dal 5° al 7° non cambia molto, alla fine.
Ritengo, comunque, che per tutti sia stato un Mondiale da ricordare, con dei pesci spettacolari per l'intensità dei colori e dalle mangiate fulminee e difficilissime da decifrare, con quelle profondità e con i pasturatori pesanti che siamo stati costretti ad usare. Il lago ed il paesaggio circostanti sono splendidi, un posto nel quale pescarci é veramente un sogno. Peccato non potercisi allenare più spesso..."

Anche se vestivi i colori della Nazionale, immagino tu abbia usato prodotti Tubertini. Li hai trovati consoni anche a queste acque e questi pesci così differenti da quelli di casa nostra?
"Voglio ricordare che proprio Tubertini e Van den Eynde erano gli sponsor tecnici del Mondiale e naturalmente io ho usato tutta la mia dotazione Tubertini.
Ho avuto la conferma, in otto giorni di pesca, che la mia attrezzatura era assolutamente all'altezza della situazione e non ho avvertito alcuna necessità di cercare materiali locali. Come canne avevo al seguito un esemplare per misura delle nuovissime Concept Feeder, nella versione Light da 11' e 12', che saranno la grande novità Tubertini del prossimo autunno per questa specialità. Sono dei prototipi pressoché definitivi e posso anticiparti che segneranno un punto di riferimento per tutto il settore per alcune loro caratteristiche molto particolari. Non posso dirti di più, per ora. Sarebbero state le canne ideali per questo Mondiale! Purtroppo, essendo prototipi ne avevo a disposizione solo una per misura e quindi la mia scelta per pescare i gadon é caduta sulle Trinity Medium da 11', di cui ne ho montate 3, allestite con terminali differenti per affrontare al meglio ogni possibile evenienza ed avere pronto un ricambio in caso di incaglio, evenienza molto frequente in certi picchetti. Su queste canne avevo montato dei Vertigo 4500 caricati con il trecciato Ryugjn da 0.08 mm. La scelta del trecciato é stata pressoché obbligata e fondamentale per percepire meglio le mangiate di questi pesciotti a 10 mt. di profondità. Per realizzare lo shock leader ho usato il Tatanka Evo Verde dello 0.22. Per tentare la carta delle breme, invece, avevo montato due Telica da 12' corredate dalla vetta Spliced da 3/4 di oncia delle Next Generation, una 'contaminazione' che faccio quando ho bisogno di abbinare potenza a sensibilità. Sulle Telica i mulinelli non potevano che essere dei Toda 6500, sempre caricati con il trecciato Ryujin da 0.08 mm.
Per i pasturatori non ho avuto tanti dubbi: Nisa cage e open end da 28 e 44 g, medium e large
Per i terminali, il filo usato é stato il NEXT da 0.128 e 0.148 mm per legare ami delle nuova serie 39 per le breme e della serie 18 per i gardon. Materiali internazionali, assolutamente!"

Angelo Borgatti